L’anno è il 1223 e San Francesco, arrivato a Greccio, un paesino vicino Rieti, vide delle grotte e gli tornò in mente quella dove era nato Gesù.
Così sentì forte il desiderio di rappresentare il Bambino nato a Betlemme e pochi giorni prima del Natale chiese aiuto all’amico Giovanni di allestire il primo Presepe della storia. L’ambientazione fu semplice: una grotta, una giovane coppia col piccolo, una mangiatoia, un bue e un asino. Il 25 dicembre, la storia del Presepe iniziò con un presepe vivente, fatto di fedeli che insieme celebravano la povertà del Dio fatto Uomo. Sul rialzo di terra a forma del TAU, il segno con cui San Francesco amava firmare le lettere e le benedizioni, simbolo di salvezza e della spiritualità francescana che si esprime nell’amore per la pace, la letizia e il Creato. La Natività vede San Francesco tenere per mano Gesù Bambino che lo guarda con stupore, il bue, l’asino, Maria e Giuseppe hanno invece lo sguardo da tutt’altra parte quasi a rispetto dell’amore del Santo poverello d’Assisi verso il proprio Figliolo.